domenica 26 maggio 2013

Abbandonare una tartaruga acquatica troppo grande = inquinamento faunistico ed anche pericolo di morte.

Trachemys Scripta Elegans, trovata oggi per strada in provincia di Macerata, investita. Femmina Adulta di 22 cm. Grossa frattura della corazza, scuti marginali destri. Ora è in viaggio per Monte San Giusto, verso un veterinario di esotici. Non sapete che pena, questo è l'ennesimo bando di sensibilizzazione, la sofferenza di animali innocenti solo a causa nostra. Si spera vada tutto bene.. NON ABBANDONATE LE TRACHEMYS! Amate le vostre tarte e gestitele responsabilmente, chiudo.”

Questo il messaggio postato qualche giorno fa da Davide, un membro del gruppo Tartaclub Italia su facebook, suo padre veterinario non specializzato in animali esotici l’ha inviata per le cure ad altro medico specializzato. Con tutta probabilità si è trattato di una tartaruga acquatica troppo cresciuta ed abbandonata per questo in natura o di un esemplare fuggito da qualche laghetto. “Dico abbandonata perchè è l'ipotesi più certa, ma potrebbe anche essere fuggita da un laghetto privato... non cambia, è irresponsabile darle la possibilità di finire per strada!” – scrive giustamente Davide.

 Decidere di allevare tartarughe richiede impegno e voglia di imparare. Molte persone tuttavia ancora acquistano senza pensare o chiedere piccoli esemplari di trachemys scripta scripta oggi, un tempo di trachemys scripta elegans, tartarughe che crescono, lo ripetiamo su ogni sito, blog, portale dedicato.

Ma dopotutto, sai che ce ne frega, è solo una tartaruga, che importa se la metto sotto, sono inutili bestiacce! erano tanto carine quando le abbiamo prese, ora puzzano e mordono, abbiamo fatto bene a disfarcene!!" CHE RABBIA FUNESTA!!”- si capisce bene il disappunto di Davide, una volta lasciate libere, in ambienti spesso anche non adatti, le trachemys si muovono e non è la prima volta che qualcuna cerca di attraversare una strada. Una tartaruga fa quello che deve per sopravvivere, cerca di adattarsi all’ambiente nel quale viene a trovarsi, sia una vaschetta, un acquario, un laghetto, un fiume, addirittura un canale di scolo, non è colpa delle trachemys essere ciò che sono. 

La catena di distribuzione ha le sue responsabilità, chi acquista idem, chi come me fa
l’insegnante alla scuola primaria ha anche il compito di trasmettere buone pratiche ai propri alunni ed alle proprie alunne. Purtroppo non sempre le storie hanno lieto fine: “La tartaruga in questione è deceduta naturalmente. Doveva essere operata a breve, ma dopo qualche giorno di reidratazione e cure attente, non ce l'ha fatta. Il trauma era grave e l'operazione complessa. Non c'è stato il tempo nemmeno per un'eventuale eutanasia. Povera stella, ora è in un posto migliore” – ha scritto ancora Davide, lasciando  tutti e tutte con l’amaro in bocca.


Il messaggio è chiaro “NON ABBANDONATE LE TRACHEMYS!”, piuttosto cercate qualcuno/a desideroso/a di adottare la tartaruga che non potete più tenere, postate annunci su facebook, sui vari portali, ma non lasciatele nel primo posto che vi sembra adatto, perché non è detto che lo sia ma anche perché non è una tartaruga italiana e andrebbe in competizione con le tartarughe acquatiche europee per il cibo e lo spazio vitale.



Grazie Davide per la possibilità di raccontare la storia di questa tartaruga "sconosciuta", speriamo che tante persone comprendano i rischi dell'abbandono, grazie anche per l'uso delle tue foto.

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