domenica 19 maggio 2013

A SCUOLA ... la catena alimentare e l'importanza delle informazioni

Sono in insegnante della scuola primaria precario, ogni anno mi trovo in una scuola diversa dall'anno precedente e quindi cambio classe ed anche discipline. Di solito cerco sempre di portare qualche esemplare di trachemys scripta elegans oppure di trachemys scripta scripta in classe, lo scopo principale è fare lezione, ma di fatto l'attività di osservazione diretta delle mie grosse  tartarughe serve anche a far capire ai bambini ed alle bambine che è importante informarsi bene sulla vita di questi rettili prima di acquistarne uno piccolo piccolo.

Questa volta l'occasione per mostrare due TSS (trachemys scripta scripta) adulte è stata approfondire l'argomento della catena alimentare.
Ho fatto osservare ai miei alunni ed alle mie alunne come è fatto il corpo delle tartarughe acquatiche e prima di buttare nell'acqua alcuni latterini ho lasciato che raccontassero le loro esperienze personali o che immaginassero il tipo di alimentazione in natura di questi animali.
Alcuni/e pensavano che tutte le tartarughe si cibassero esclusivamente di  lattuga, altri ed altre invece che l'unico alimento fossero i gamberetti essiccati con i quali per anni avevano nutrito piccole TSS.
Abbiamo provato a comporre la catena alimentare del fiume ed abbiamo collocato fra gli animali consumatori le mie TSS "golose" di pesce fresco.
Tutti e tutte hanno poi disegnato le due tartarughe, un maschio ed una femmina.
La conclusione dell'attività è poi stata sulla conservazione dell'ecosistema italiano ed europeo. Partendo dalla quantità di pesciolini letteralmente divorati dalle due TSS abbiamo immaginato che cosa potrebbe succedere in natura.
Uno dei miei alunni durante una visita allo zoo di Pistoia aveva partecipato ad una lezione sulla fauna aliena, sull'introduzione in natura di animali provenienti da altri paesi. Ha raccontato quello che sapeva sul problema della liberazione di trachemys

Ho quindi raccontato qualcosa sulle "nostre" tartarughe acquatiche, le emys orbicularis, cercando di spiegare in modo chiaro che un ecosistema può venire distrutto o stravolto se dall'esterno qualcuno/a cambia i rapporti fra produttori (la flora) ed animali consumatori ai vari livelli. Ad alcuni/e alunni/e è tornato in mente il discorso sull'equilibrio che deve esserci fra topi e animali che si cibano di roditori.

Sono molto contento che i miei bambini e le mie bambine abbiano collegato la lezione sui topi, uccelli rapaci, volpi e serpenti alle tartarughe acquatiche e che abbiano capito che non vanno assolutamente liberate per non compromettere gli equilibri della fauna e flora autoctoni.
Inoltre adesso sanno bene che le tartarughine, microscopiche talvolta, che vengono vendute non restano per molto tempo delle "monetine" ma mangiano e crescono e richiedono uno spazio adeguato.


                          

Penso che se vogliamo coniugare l'allevamento di animali "alieni" (come ha spiegato il mio alunno alla classe) e la conservazione dell'ambiente locale serva molto insegnare ai bambini ed alle bambine cosa significa scegliere di portare a casa un animale in generale e soprattutto che questa scelta va fatta in modo consapevole e responsabile. Non è appunto la prima volta che le mie tartarughe entrano in una scuola e non sarà neppure l'ultima.

 



 













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