“Trachemys
Scripta Elegans, trovata oggi per strada in provincia di Macerata, investita.
Femmina Adulta di 22 cm .
Grossa frattura della corazza, scuti marginali destri. Ora è in viaggio per
Monte San Giusto, verso un veterinario di esotici. Non sapete che pena, questo
è l'ennesimo bando di sensibilizzazione, la sofferenza di animali innocenti
solo a causa nostra. Si spera vada tutto bene.. NON ABBANDONATE LE TRACHEMYS!
Amate le vostre tarte e gestitele responsabilmente, chiudo.”
Questo
il messaggio postato qualche giorno fa da Davide, un membro del gruppo Tartaclub Italia su facebook, suo padre veterinario non specializzato in animali esotici
l’ha inviata per le cure ad altro medico specializzato. Con tutta probabilità
si è trattato di una tartaruga acquatica troppo cresciuta ed abbandonata per
questo in natura o di un esemplare fuggito da qualche laghetto. “Dico
abbandonata perchè è l'ipotesi più certa, ma potrebbe anche essere fuggita da
un laghetto privato... non cambia, è irresponsabile darle la possibilità di
finire per strada!” – scrive giustamente Davide.
Decidere
di allevare tartarughe richiede impegno e voglia di imparare. Molte persone
tuttavia ancora acquistano senza pensare o chiedere piccoli esemplari di
trachemys scripta scripta oggi, un tempo di trachemys scripta elegans,
tartarughe che crescono, lo ripetiamo su ogni sito, blog, portale dedicato.
“Ma dopotutto, sai che ce ne frega, è solo una
tartaruga, che importa se la metto sotto, sono inutili bestiacce! erano tanto
carine quando le abbiamo prese, ora puzzano e mordono, abbiamo fatto bene a
disfarcene!!" CHE RABBIA FUNESTA!!”- si capisce bene il disappunto di
Davide, una volta lasciate libere, in ambienti spesso anche non adatti, le
trachemys si muovono e non è la prima volta che qualcuna cerca di attraversare
una strada. Una tartaruga fa quello che deve per sopravvivere, cerca di
adattarsi all’ambiente nel quale viene a trovarsi, sia una vaschetta, un
acquario, un laghetto, un fiume, addirittura un canale di scolo, non è colpa
delle trachemys essere ciò che sono.
La catena di distribuzione ha le sue responsabilità,
chi acquista idem, chi come me fa
l’insegnante alla scuola primaria ha anche il
compito di trasmettere buone pratiche ai propri alunni ed alle proprie alunne.
Purtroppo non sempre le storie hanno lieto fine: “La tartaruga in questione è deceduta naturalmente. Doveva essere operata a
breve, ma dopo qualche giorno di reidratazione e cure attente, non ce l'ha
fatta. Il trauma era grave e l'operazione complessa. Non c'è stato il tempo
nemmeno per un'eventuale eutanasia. Povera stella, ora è in un posto migliore”
– ha scritto ancora Davide, lasciando tutti e tutte con l’amaro in bocca.
Il messaggio è
chiaro “NON ABBANDONATE LE TRACHEMYS!”, piuttosto cercate
qualcuno/a desideroso/a di adottare la tartaruga che non potete più tenere,
postate annunci su facebook, sui vari portali, ma non lasciatele nel primo
posto che vi sembra adatto, perché non è detto che lo sia ma anche perché non è
una tartaruga italiana e andrebbe in competizione con le tartarughe acquatiche
europee per il cibo e lo spazio vitale.

Grazie Davide per la possibilità di raccontare la storia di questa tartaruga "sconosciuta", speriamo che tante persone comprendano i rischi dell'abbandono, grazie anche per l'uso delle tue foto.